Al Museo di Copenaghen c’è lo scheletro di una Sirena
Secondo le testimonianze, questo scheletro di Sirena è stato ritrovato da un contadino mentre arava i suoi campi, a 200 chilometri da Varsavia (Polonia). Ora si trova al Museo Nazionale di Copenaghen, ben custodito in una teca, senza che nessuno possa neanche toccarlo.
Le ossa, dopo un’analisi forense che ha stabilito l’età della Sirena, ovvero di circa 18 anni, sono state ritrovate insieme ad una strana specie di borsa, con all’interno un dente di squalo, la coda di un serpente, un guscio di cozza ed un fiore essiccato. Lo scheletro era straordinariamente completo, gli mancava soltanto una mano o, come ha supposto qualcuno ironizzando, una pinna.
A Copenaghen c’è la statua di una Sirena, al porto, quindi per i popoli del Nord Europa è indiscusso che esistano le Sirene, che siano una realtà e sono perfino oggetto di culto, di venerazione, infatti numerose sono le leggende al riguardo, di Sirene che trascinavano le navi fuori dalle tempeste. Dunque per loro non era un mostro carnivoro che si cibava dei marinai, ma anzi una salvatrice che li traeva in salvo dalla furia dell’oceano. Si potrebbe anche supporre che le Sirene li salvassero mentre salvavano loro stesse, e che quindi fossero semplicemente i marinai a seguirle, ma in questo modo guasteremmo il lato romantico della leggenda.
Le leggende sulle Sirene non si trovano solamente in Danimarca o Norvegia, ma anche in Olanda, dove addirittura una Sirena entrò attraverso una diga nel 1600. Feritasi durante il percorso, fu portata in un lago vicino, luogo in cui fu guarita ed entrò a far parte della popolazione. Si dice che imparò a parlare in Olandese, che aiutava i cittadini, e persino che si convertì al Cattolicesimo.
Queste ovviamente sono dicerie popolari, ci riesce difficile credere che una Sirena avesse riscoperto Dio, avendo un lato spirituale poco spiccato, di base è sempre un animale e vive come un animale, però non è detto che non potesse parlare, o quantomeno imparare la lingua degli Umani. In fondo non sappiamo nulla di concreto sulle loro capacità, pertanto possiamo attenerci ai racconti filtrandoli con la logica, senza troppo sconfinare nell’immaginazione e nell’impossibile.
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