Il Canto delle Sirene ★ Tra Realtà e Leggenda

Per i marinai dei secoli scorsi, avvistare una Sirena era considerato di cattivo auspicio. Non era soltanto annuncio di tempesta, giacché il mostrarsi di una Sirena indicava, soprattutto, che da lì a poco un qualche membro dell’equipaggio sarebbe impazzito o scomparso, per mano di queste misteriose creature che lo avrebbero trascinato sul fondo del mare. Demoni con la faccia d’Angelo, portavano morte e tragedia.

Ancor più funesto era il canto, mediante cui le Sirene affascinavano i marinai, li confondevano a tal punto che essi erano indotti a schiantarsi sugli scogli delle isole da esse abitate (una è stata identificata con gli scogli di Li Galli, poco a sud della penisola sorrentina). Solamente due navi sono sfuggite alla morte: quella di Ulisse, durante il suo viaggio per tornare alla sua amata Itaca, e quella degli Argonauti, eroi ed avventurieri greci che viaggiarono per i mari, in una spedizione a capo della quale c’era Eracle (Ercole).

Il più noto riferimento alle Sirene lo troviamo infatti nell’Odissea, dove la Maga Circe salva Ulisse da morte certa avvisandolo del pericolo rappresentato dal canto ammaliatore delle Sirene, e quindi gli suggerisce di tappare le orecchie ai suoi marinai con della cera. E, se egli desidera ascoltare questo malioso e letale canto, deve obbligatoriamente farsi legare ben saldo all’albero della sua nave, con la tassativa raccomandazione ai marinai di non slegarlo, in nessun caso e dietro alcun suo ordine.

Grazie a questo trucco, Ulisse poté sentire il loro meraviglioso canto scampando all’efferato pericolo, avendo salva la vita, ma solo in quella occasione: “È legge di Natura, che fra le inesauribili esperienze che hanno riempito la vita di ciascuno ve ne sia una che s’impone su tutte le altre. Per lui fu il lontano meriggio in cui, legato all’albero maestro, udì la voce della sirena. Gli accadeva nella sua Itaca come se la udisse ancora con la stessa misteriosa forza direttiva. Fu dunque cosa naturale che egli riprendesse il mare; e il naufragio al di là delle Colonne d’Ercole fu il capolavoro delle sirene, creato a lunga distanza.”

Con il trascorrere dei secoli, la figura della Sirena si è progressivamente trasformata. Simbolo dell’inganno mortale allora, è divenuta ai giorni nostri semplice frutto della fantasia di antichi marinai, i quali raccontavano di averle avvistate, di aver udito il loro maliardo e ingannevole canto, ma ciò venne man mano attribuito all’eccessiva permanenza in mare, che provocava inevitabilmente allucinazioni e perdita del senno. Eppure, a tutt’oggi ci arrivano segnalazioni di avvistamenti, con prove documentate alcune delle quali inconfutabili.

Tuttavia, la Sirena al giorno d’oggi è diventata meramente simbolo di donna misteriosa, dal fascino magnetico e talora ingannevole, capace di risvegliare fantasie dal carattere molto spesso sensuale. Un simbolo quasi erotico, dunque, date le varie rappresentazioni pittoriche che ne hanno esaltato questo lato, però ci appare anche come simbolo dell’eterna lotta umana tra razionalità e istinto, nel cammino verso l’evoluzione spirituale.

A ricordarcelo sono addirittura le favole, come quella di Andersen (da cui è stato liberamente tratto il film d’animazione Disney “La Sirenetta”), dove la protagonista lotta per la conquista di un’anima che la farà diventare umana, tuttavia dovrà rinunciare alla sua coda, simbolo animale, che rappresenta la conseguente rinuncia al suo ambiente natale e alle sue origini. Lo spirito della Sirena pertanto vive in ognuno di noi, e non è tanto lontana dalla nostra realtà…

★ Testi originali di Video&Magie ©, data 29 luglio 2016

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