Bambina di 4 anni come una ballerina professionista ★ Il talento innato
Quando si parla di talento innato… Questo è certamente un esempio calzante, di tale detto, perché quando avrete visto questa bambina all’opera, che ha solo 4 anni, allora vi renderete conto che i geni si vedono dalla nascita, o quasi…
C’è chi studia una vita, che sia danza o canto, o qualunque altra arte per raggiungere risultati più o meno soddisfacenti, mentre ci sono degli individui che, in tenera età e senza tanto studiare, riescono in quello che magari si tenta di conseguire in tutta una vita. Allora dovrebbe sorgere il dubbio, o quantomeno l’illuminazione, se si è “tagliati” o meno per una determinata disciplina, perché se questa bambina ha sicuramente bisogno di affinare la tecnica, visto che quella non è innata e si deve necessariamente imparare, il suo posto nel mondo è palesemente chiaro. Perciò, bisognerebbe concentrarsi su quello che ci riesce bene al primo colpo, per individuare la nostra strada, e non insistere e persistere su una strada che, nonostante gli sforzi, ci conduce insistentemente ad un punto morto.
Ognuno di noi ha un talento e deve svilupparlo, senza fissarsi su ciò che è al di fuori delle proprie capacità puramente perché rappresenta una nostra passione, anche perché si rischia di perdere troppo tempo, che può essere prezioso, togliendolo a qualcosa che invece ci è cucito addosso sin dalla nascita. Ovviamente è tutto da vedere, in quanto ciò implica senza dubbio una ricerca, una sperimentazione, non nasciamo con il pacchetto già pronto, nel senso che seppur abbiamo un determinato talento innato, è anche possibile che prima che ce ne rendiamo conto trascorrano degli anni.
Questo solitamente accade quando entra in ballo il nostro ego, o in alcuni casi l’egocentrismo, poiché magari ci andiamo ad intestardire su un ideale non nostro, soltanto perché è meta ambita dalla maggior parte delle persone o perché va semplicemente di moda, e pertanto noi vogliamo primeggiare in qualche modo, facendo la differenza. Questa, però, si chiama insicurezza, una cosa che ci occulta le nostre reali inclinazioni, soprattutto ai nostri occhi, e forse ci condanna ad arrivare alla fine dei nostri giorni senza aver fatto nulla di concreto per distinguerci, troppo impegnati a rincorrere farfalle o fuochi fatui, che come sappiamo sono imprendibili.
Quello che ci piace non sempre coincide con la nostra missione nella vita, tuttavia nulla ci vieta di farne un hobby, una passione creativa o ricreativa, non dovendo per forza eccellere giacché è una cosa soltanto nostra, uno spazio ritagliato per farci del bene, dato che porta comunque benefici impegnarci in quello che ci piace. È un diletto e uno svago, e ci fa sicuramente sentire meglio, più appagati e sereni, addirittura felici.
E allora se ci piace ballare balliamo, se ci piace cantare cantiamo, dopotutto costanza e impegno premiano sempre, chissà che un giorno non giungano i frutti e le soddisfazioni, poiché è in questo modo che sviluppiamo al meglio. Non esiste lo stress da prestazione tipico della professione e si può dare il meglio di se stessi, a dispetto dei nostri limiti e delle nostre naturali mancanze.
★ Testi originali di Video&Magie ©, data 4 febbraio 2017 ★