Come educare la nostra mente a non pensare in negativo
Rabbia, desiderio ed illusione sono i tre veleni della nostra mente. Rappresentano le cosiddette emozioni distruttive, ovvero quelle emozioni che causano danni a noi stessi ma anche agli altri. Esse oscurano la nostra mente giacché le impediscono di riconoscere la realtà, e disturbano pertanto il nostro equilibrio interiore, influendo negativamente sulle nostre azioni e sulle nostre condizioni fisiche. Tutto l’opposto delle emozioni positive (superiori), che al contrario le migliorano fortemente.
La rabbia ci rende ciechi, il desiderio non ci consente di riconoscere la differenza tra quello che è piacevole e quello che non lo è più, e l’illusione, la cui parola già di per sé ce ne spiega il motivo, non consente di valutare la realtà in modo corretto. In pratica, questi “veleni” limitano la nostra libertà.
Secondo la filosofia buddista, la capacità di monitorare e dunque controllare i nostri stati mentali deriva puramente dall’intelligenza. Si tratta di intelligenza “emotiva”, la quale possiede anche la capacità di intercettare e quindi riconoscere le emozioni distruttive, proprio nel momento in cui cominciano a prendere forma, dandoci pertanto la possibilità di scegliere, senza catene né dipendenza dagli automatismi. Insomma diventiamo LIBERI.
Come abbiamo visto per la rabbia, per affinare questa nostra intelligenza emotiva è senza dubbio utile la pratica della meditazione, che aiuta a canalizzare le nostre emozioni impedendo che alcune si manifestino al di fuori del nostro controllo. In sostanza, molto semplicemente, bisognerebbe arrivare ad aumentare il tempo tra impulso ed azione, affinché il nostro agire non sia sopraffatto dall’emozione.
Sentito mai quando si dice: «Pensa prima di agire?» Ebbene, potrebbe ben riassumere il concetto, perché il pensare (disciplinato) ci porta ad essere più attenti a ciò che proviamo e pensiamo, ci permette di ritornare ad uno stato di calma e di conseguenza non consente alle emozioni distruttive di prendere il sopravvento. Il cervello è plastico, si modella, infatti è stato provato che un’esperienza (azione) ripetuta modifica il cervello: è un semplice allenamento della nostra mente, che può essere aiutato e dunque velocizzato dalla meditazione, ma nel rovescio della sua medaglia, un’azione negativa (“cattiva”) che viene ripetuta ci cambia in negativo modificando la nostra persona, da buona a cattiva (semplificando).
Si può imparare a non essere schiavi delle nostre emozioni, scegliere la persona che vogliamo diventare. Si può imparare l’ottimismo e perfino l’allegria, esercitandoci ad attivare una zona del cervello mettendo a riposo l’altra (lobo frontale sinistro e destro, che rispettivamente svolgono una funzione importante per le emozioni positive e quelle negative).
Il libro che consigliamo di leggere, per approfondire, è “Intelligenza emotiva” di Daniel Goleman, che ha trattato l’argomento con lo stesso quattordicesimo Dalai Lama, cimentandosi in un dialogo umanistico e scientifico tra Oriente ed Occidente, avvenuto durante un incontro a Dharamsala nel marzo del 2000.
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