Come riconoscere le bugie ★ Il linguaggio non verbale

Non è telepatia bensì psicologia, o con più esattezza capacità di osservazione, perché è vero, possiamo riconoscere qualcuno che mente, possiamo leggere “tra le bugie”. Questo avviene attraverso la comprensione del linguaggio non verbale, dato che nel momento in cui si dice una bugia, il cervello ordina al corpo di contraddire la falsità enunciata, producendo segnali involontari, i quali diventano degli indizi che si possono ritrovare nel tono di voce, nella postura, nella gestualità ed espressività.

Quindi esistono dei segni rivelatori, gesti inconsci che vengono attuati dal “bugiardo”, sentendosi sotto pressione dalle emozioni provate, tuttavia ci sono certi individui che riescono ad addestrarsi, nel raccontare la bugia, oppure credono così tanto nella bugia che dicono, a tal punto che in un certo senso diventano sinceri, per cui il comportamento sarà tendenzialmente naturale, anche se esisteranno comunque dei dettagli, seppur minimi, che li condurranno a tradirsi o a contraddirsi. Esisterà, infatti, sempre il contraddittorio tra il contenuto verbale e la manifestazione del non verbale.

Il luogo comune per eccellenza è lo sguardo, in base al quale si pensa che chi abbassa lo sguardo mente, eppure non è sempre così. Il gesto di abbassare lo sguardo è più frequentemente segno di remissione, cosa che non avviene nella menzogna, visto che chi mente generalmente si manifesta più sicuro proprio per rendere credibile la bugia e dunque si guarda bene dal scostare lo sguardo, per evitare appunto di mandare segnali di insicurezza. Ma è anche vero, che quando si dice una bugia lo sguardo slitta, in una certa direzione lontana dagli occhi dell’interlocutore: verso destra, leggermente in alto.

Questo perché? Semplicemente perché è nell’emisfero destro del nostro cervello che risiede la nostra fantasia, o più in generale l’immaginazione, a cui è necessario accedere quando si deve “creare” una bugia, un evento che non è mai accaduto e pertanto dev’essere inventato. Spostando lo sguardo a destra si attiva quella parte del cervello, e non necessariamente avviene durante tutta la comunicazione, ma solo in quei determinati momenti fantasiosi.

Un altro luogo comune è il naso, e come in Pinocchio che diventa l’emblema della bugia, rappresenta un elemento rivelatore, insieme al mento. Quando si mente la pupilla si dilata e l’irrorazione del sangue aumenta, e con un maggiore afflusso di sangue si può facilmente sentire prurito, ecco perché ci si tocca spesso il naso, il mento od anche qualche parte del volto, proprio per diminuire in qualche modo la sensazione di prurito. Strofinandosi il naso, sotto le narici con il dito indice, può però semplicemente significare che si sta affrontando un discorso sgradito.

Un terzo segnale è la postura, in quanto risente della nostra condizione di disagio mentre cerchiamo di rifilare una menzogna: è una situazione scomoda che si vive e quindi l’atteggiamento del corpo non sarà rilassato, bensì inclinato in maniera tale da essere prossimo alla fuga, come ad esempio allungare i piedi, se si è seduti, verso una via d’uscita, che sia una porta o un ingresso.

Altro elemento rivelatore è poi il modo controllato, forzato di esprimersi, limitando di molto la gestualità, come se si fosse legati, in pratica un comportamento senza alcuna naturalezza, ed in questo fa anche parecchio il sorriso, che sarà fatto senza attivare lo zigomatico, in sostanza la parte sotto gli occhi che comporta le cosiddette zampe di gallina. Il sorriso finto si espande in un’altra maniera, ovvero con un’apertura eccessiva della bocca, senza alcuna ruga d’espressione intorno agli occhi.

Infine, la persona che mente si tiene sempre a distanza, come se ci fosse un ostacolo, da egli stesso inserito, tra lui e il suo interlocutore, anche attraverso semplici oggetti, come un telefono o una rivista, i quali diventano un elemento protettivo, un qualcosa che inconsciamente possa proteggerlo dalla reazione dell’altro, non prevedendo come potrebbe comportarsi, senza magari prendere in considerazione che l’altro potrebbe tirarglielo addosso, avendolo a portata di mano…

Essendo questi gli indizi più pregnanti, esistono tuttavia altri indizi minori, come la respirazione, il rossore o il pallore, una sudorazione eccessiva e il deglutire di frequente, ma questi possono anche dipendere dalla fisiologia della persona, dunque non è detto che siano forzatamente rivelatori di bugie. Tenere a mente questi accorgimenti potrà essere d’aiuto per scovare la menzogna, eppure in fondo ha un’utilità relativa, perché se questa tecnica di osservazione ci può risultare molto utile per le bugie importanti, quando si tratta di storielle di qualche sciocco imbonitore è meglio non sforzarsi.

Chi mente lancia puramente un boomerang, in pratica fa del male solo a se stesso, inganna se stesso e la sua autostima, pertanto a noi può anche non interessare. Possiamo starlo anche ad ascoltare facendo orecchie da mercante, perché dopotutto smascherare un contastorie non ci cambia la vita, ma anzi possiamo risparmiarci qualche seccatura in più.

★ Testi originali di Video&Magie ©, data 9 dicembre 2015

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