La nascita di un uccellino ★ Meraviglie della Natura
Sono chiamati ovipari, tutti quegli animali che nascono dalle uova, al contrario dei mammiferi che completano la gestazione nel grembo della madre. Gli ovipari sono generalmente degli uccelli, ma ritroviamo in questa specie anche i pinguini o gli ornitorinchi, gli animali a sangue freddo come i pesci e i rettili, gli anfibi, e in base alla specie differisce il numero di uova prodotto dalla madre. Quindi se una gallina può ad esempio deporre 4 o 5 uova, esiste invece una razza di pesce, il Pesce Luna, le cui ovaie possono ospitare ben 300 milioni di uova.
La differenza sostanziale per cui un animale deponga più uova di un altro, è dovuto puramente allo stile di vita dell’animale e al suo habitat. Infatti, la gallina depone le uova e le cova, prendendosi cura di loro fino alla nascita del pulcino, mentre il Pesce Luna le depone e le lascia sui fondali, senza averne cura pertanto ne depone quante più possibili affinché ne sopravvivano un bel numero.
Ciò dipende molto spesso dalla presenza dei predatori marini, che si appostano o seguono la madre per scovare il nido, quindi in sostanza hanno più possibilità di sopravvivere se la madre si allontana da loro. Poi, comunque, la madre non sarebbe neanche in grado di covarle pertanto la sua presenza è più utile altrove, magari proprio attirando quei predatori dietro di sé.
Di tutti gli ovipari, sicuramente la razza più tenera che viene al mondo è quella degli uccellini, dei pulcini, che durante la loro nascita fanno un gran fracasso, tra cip cip, pio pio, sono davvero rumorosi ma deliziosi da morire. In verità, appena escono dall’uovo non sono tanto carini, visto che ne vengono fuori tutti spelacchiati e con gli occhi ancora chiusi, sembrando un feto vero e proprio, come un neonato nel grembo per intenderci, però la maniera in cui combattono, si sforzano per uscire è di una tenerezza incomparabile.
Quando è pronto per nascere, il baby uccello impiega circa dieci minuti per rompere l’uovo, cosa che per lui diventa una vera epopea, perché se per noi questo lasso di tempo è più o meno relativo, per lui sarà pressoché interminabile, per lo sforzo immane che deve impiegare.
C’è da dire, comunque, che anche per una donna quei dieci minuti diventano un’epopea, persino un calvario quando si tratta di partorire, perciò in un modo o in un altro l’avvento della vita, seppur meraviglioso, è altroché faticoso, talvolta molto doloroso, ed è una cosa che fa riflettere. Come se per ricevere questo dono bisognasse pagare un dazio, come se la vita avesse un prezzo già in partenza, perché in qualunque caso qualcuno soffre, sempre che riesca a sopravvivere alla nascita.
Spiegazione logica non esiste, il perché tutto ciò si debba trasformare in sofferenza, dunque forse è da ricercare nel significato della vita stessa, come se fosse una prova per iniziare a corroborare la forza del nascituro, e forse dal lato scientifico rappresenta un sistema per assicurare la sopravvivenza della specie, che deve imparare immediatamente ad usare forza e resistenza, al fine di vivere in un mondo che per certi versi è crudele, pregno di pericoli e difficoltà. Allora la nascita diventa la prima prova da superare, per testare la propria capacità di sopravvivere, e se non sei neanche in grado di superare quella, probabilmente non sei abbastanza forte per affrontare altre prove ancora più dure, che diventano insuperabili, pena l’estinzione della specie.
Certo è un’ipotesi, infatti non è detto che sia realmente così, ma per darci delle risposte non è mai da escludere nulla, anche se in questo caso potremmo pure evitare di porci domande, ed ammirare semplicemente il miracolo della vita, nella sua pienezza e nella sua sconfinata magia.
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