Le bizzarre creature mutanti che vivono nei boschi di Chernobyl
L’invisibile è quanto di più dannoso ci possa essere, perché attacca senza alcuna difesa, penetra e devasta senza che possiamo accorgercene. È il caso delle radiazioni, che nel migliore dei casi vanno a modificare il nostro DNA, con conseguenti ripercussioni sulla nostra salute ma anche sulla nostra fisicità.
Il devastante episodio nucleare di Chernobyl, avvenuto nella metà degli anni ’80 del secolo scorso ha lasciato una scia di innumerevoli danni dietro di sé, sia allora che nel tempo presente. A parte le incalcolabili morti, le malattie che ha causato e che tuttora può causare se ci si avvicina troppo a quelle zone, l’aria satura in cui ancora vivono alcune specie animali ha dato il via ad una sorta di evoluzione parallela, creando delle nuove forme animali e del tutto bizzarre.
Non si sa con certezza se la trasformazione sia esclusivamente a livello fisico, o se anche l’organismo di queste specie si stia radicalmente trasformando, in quanto le radiazioni non hanno un inizio ben preciso e non hanno fine, continuano a scavare, lavorare, senza avere mai una battuta d’arresto. La radioattività in quei luoghi è rimasta altissima, e prima di diradarsi trascorreranno decine di migliaia di anni, quindi i test effettuati non sono molti, diciamo che l’ecosistema limitrofo alla centrale nucleare di Chernobyl è stato lasciato all’abbandono.
È certo che moltissimi esemplari sono passati a miglior vita, anzi questi animali che hanno subito una evidente trasformazione non hanno garantita una vita lunga, essendo l’organismo cellulare seriamente compromesso, anche i loro organi sono geneticamente modificati, ma c’è anche da dire che ogni creatura vivente ha come specifica qualità l’adattamento. Pertanto è possibile che riescano a sopravvivere in qualche modo, se non vengono falciate le funzioni principali dell’organismo, se quest’ultimo riesce a sviluppare in parallelo un sistema immunitario per combattere e superare tali invasivi e innaturali cambiamenti.
Comunque, pare che questi animali mutanti si aggirino tranquillamente per i boschi intorno a Chernobyl, apparentemente in buona salute, anzi sono assai agili e scattanti, incredibilmente vigorosi, sebbene l’ambiente grigio e arido non sia dei più favorevoli. E ci si chiede se non dipenda dall’assenza dell’uomo, che in un certo senso ne abbia facilitato l’adattamento, perché se per esempio possiamo incontrare alci senza quasi più la testa, rondini albine, lupi piccolissimi e gatti che non fanno più figli maschi, a tal punto che sembra si siano quasi estinti, il territorio continua a vivere, a sopravvivere con una certa tranquillità.
Anche le acque che bagnano la zona pullulano ancora di pesci, benché alcuni che sono stati ripescati abbiano delle sembianze altroché mostruose, ma più in generale hanno subito una trasformazione in dimensioni, sono diventati più voraci e se vogliamo assatanati, come se le leggi naturali da quelle parti seguano un proprio, personale corso. Un mondo perduto con creature deformi e bastanti a loro stesse, con una nuova regolamentazione vitale e tutta la libertà di decidere sulla loro sorte.
Questo ovviamente in teoria, dato che la mutazione genetica che si è impadronita della loro esistenza rappresenta una sorta di condanna, una specie di spada di Damocle che non lascia sicurezze né prospettive a lungo termine. Ma a quanto pare se la cavano benissimo, soli e senza l’uomo, che potrebbe essere ironicamente definito più radioattivo dello stesso plutonio.
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